Saro Pizzuto se ne è andato

Dal gennaio 2002 a Catania esiste una piccola (solo in senso fisico, per le dimensioni della sua sala) realtà culturale ed artistica che è la piena manifestazione di come si possa amare il teatro e che è diventata  un punto di riferimento e un luogo di incontro a Catania per molti teatranti e per un pubblico di affezionati: il Teatro del Canovaccio,  che ha sede in via Gulli, 12.

L’associazione Teatro del Canovaccio è stata fondata per iniziativa di Saro Pizzuto e Salvo Musumeci ai quali, nello stesso anno, si sono uniti anche Eliana Esposito e Giuseppe Calaciura.

L’intento, inizialmente, era quello di portare in scena testi inediti di autori contemporanei e dare spazio a forme sperimentali e innovative e nel tempo, si sono, poi, scelti anche testi conosciuti,  rivisitati e interpretati con nuove chiavi di lettura. Per il pubblico di affezionati, per gli artisti locali e nazionali, per gli abbonati, per i veri conoscitori della nobile arte del teatro, il Canovaccio è diventato una certezza, un luogo di incontro e di sollecitazione culturale, di sperimentazione, di interesse e riflessione, un famiglia. Famiglia che si è allargata e rinnovata negli anni, ma non ha mai tradito le sue origini.

Domenica, con grande dolore di tutti, uno dei fondatori, una delle anime del piccolo-grande teatro di via Gulli,  se ne è andato. Dopo lunga malattia, Saro Pizzuto ci ha lasciato, ha lasciato la sua poltrona dietro la scrivania del botteghino, ha lasciato i camerini, ha lasciato le tavole del palco, ha lasciato la sua famiglia.

Lo avevamo visto per l’ultima volta nel maggio scorso, in una rilettura di un testo di Pirandello,  Prima notte, riscritto da Rita Stivale,  dove rivestiva i panni di Don Lisi Chirico, un anziano costretto alle seconde nozze dopo il decesso dell’amata prima moglie, e in quel ruolo così intenso, malinconico, rassegnato, ci aveva commosso. Ce lo ricordiamo in un altro recente Pirandello, riscritto da Antonella Sturiale, Le tre corde, di cui aveva anche curato la regia. Un Ciampa cervellotico, filosofo, oratore e vittima. E ancora ricordiamo la sua partecipazione recente a

U Vangelu, rivisitazione di  Cinzia Caminiti in dialetto siciliano antico di alcuni passi tratti dai Vangeli Apocrifi.

Tutta la vita di Saro Pizzuto è stata dedicata al teatro.

Era nato  a Catania nel 1955  e negli anni Settanta aveva iniziato a collaborare come attore con i gruppi di sperimentazione presenti nella sua città.
Aveva frequentato la scuola di avviamento al Teatro dello Stabile di Catania per poi essere cofondatore del Teatro degli Specchi dove ha preso parte agli spettacoli prodotti per oltre vent’anni.
Nel 2002,  insieme a salvo Musumeci,  realizza il suo sogno, l’apertura di un nuovo spazio: il Teatro del Canovaccio
Ha interpretato  tanti personaggi,  sotto la direzione di registi come Romano Bernardi, Nino Romeo, Gianni Scuto, Federico Magnano di San Lio, Franco Giorgio, Elio Gimbo.
Determinante è stata la collaborazione con  il Maestro Piero Sammataro regista di molti lavori  (Il Berretto a sonagli, Sei personaggi in cerca d’autore)
 E’ stato anche attore di  cinema e  televisione.

Alla notizia della sua scomparsa tutti gli artisti che lo hanno conosciuto, che hanno lavorato con lui, che lui ha aiutato, accolto nella famiglia del Canovaccio, sostenuto, guidato, diretto,  si sono stretti in un ricordo accorato e sentito.

Perché quando un uomo è un signore gentile dall’animo nobile, un artista corretto e serio, un regista competente e un attore appassionato; quando l’umanità e l’ironia, il sorriso lieve dietro gli occhi chiari, la cordialità nella conversazione si uniscono in una sola persona, quella è una persona speciale e Saro Pizzuto lo era. Tutta la famiglia del Canovaccio, gli amici fraterni, gli artisti e il pubblico non lo dimenticheranno mai.

Il piccolo teatro di via Gulli ha accolto la sua salma nella camera ardente perché quello era il posto giusto dove salutarlo -prima dei funerali celebrati nella Chiesa del Santissimo Crocifisso della Buona Morte- e dove resterà il suo spirito e il suo insegnamento.

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